Il Liceo
La Nostra Storia
Il nostro Liceo è nato ufficialmente il 1 ottobre 1933 con il nome di Regio Liceo Ginnasio Giulio Cesare. L’infanzia è stata un po’ travagliata, infatti l’Istituto era diviso fra una Sede centrale, situata in piazza Indipendenza, ed una succursale in un vecchio palazzo ottocentesco di via Cernaia. La popolazione scolastica, che all’ inizio era di 1200 alunni, divenne di anno in anno sempre più numerosa, creando notevoli difficoltà organizzative al primo Preside, il prof. Guido Rispoli. Esiste agli atti una fitta corrispondenza intercorsa tra il preside e il Governatore di Roma perché si intervenisse nel risolvere il problema di una nuova sede.
I numerosi richiami alle Autorità competenti ebbero i loro frutti, il 28 ottobre 1936 Benito Mussolini, con una cerimonia solenne, consegnò l’attuale sede di Corso Trieste al Preside Rispoli. L’edificio era il non plus ultra dell’edilizia scolastica dell’epoca, dotato di aule ampie e luminose, palestre con docce ed un locale riservato alla “casermetta” dell’Opera Nazionale Balilla. C’erano gabinetti scientifici all’avanguardia e addirittura un impianto di radiodiffusione centralizzato.
Durante la guerra furono poste in ogni classe sotto il Crocefisso le foto di ex alunni da poco diplomati che morirono in battaglia.
Per tutto il Conflitto, l’ Istituto si distinse per la solidarietà verso le Forze Combattenti, soccorrendo i soldati presso le stazioni Tiburtina e Termini, oppure inviando cospicue somme di denaro per i figli dei marinai della nave “Giulio Cesare” caduti in guerra.
Dopo l’armistizio, nel 1943, l’Istituto fu occupato da un reparto della divisione Piave e successivamente dai Tedeschi che razziarono tutto il recuperabile tra cui i sedili di pelle della Presidenza e l’ impianto di radiodiffusione, demolendo perfino i bagni; con gli Alleati non cambiò la situazione della Scuola, requisita per scopi militari. Finita la Guerra, il Ministero dell’Assistenza postbellica utilizzò le due palestre come ricovero per i senza tetto della zona.
Solo nel 1946 la Scuola fu realmente libera di ricominciare l’attività didattica e subito si presentò il problema dello spazio vitale, causato dall’implacabile avanzata della Scuola Media Luigi Settembrini, nata dopo la riforma Bottai dalle ceneri del nostro ginnasio inferiore. Il problema prebellico dello spazio diede vita ad accesi dibattiti fra la Presidenza ed il Comune, che cercò di porvi rimedio con le più disparate trovate, prima fra tutte quella di deturpare la linearità architettonica della scuola con la costruzione di aule nel porticato e nel cortile.